Le costellazioni “immaginali” sono un mezzo per viaggiare consapevolmente nel proprio campo morfico alla ricerca della programmazione inconscia trasmessa dagli avi e del mito che le persone mettono in scena nella vita di ogni giorno.
Il nome COSTELLAZIONI IMMAGINALI è composto da “costellazioni” parola coniata da Bert Hellinger e “immaginali” riferito al movimento simboloimmaginale di Selene Calloni Williams fondatrice di Nonterapia presso la quale ho fatto la mia formazione di costellatore.
Il viaggio nel campo morfico è un mezzo per indagare, trovare e sciogliere i conflitti personali, familiari e trans-generazionali.
Gli elementi (persone, antenati, energie o Eidola) che compaiono in questo viaggio sono le varie parti frammentate di noi stessi che, se non accettate perché considerate “negative”, causano conflitti, disagi e sofferenza.
Lo scopo del metodo è il riconoscimento e l'integrazione di tutte queste immagini simboliche che, originate dalla nostra immaginazione psichica, non sono concetti ma pura energia.
La rappresentazione della propria storia personale viene fatta attraverso dei rappresentanti ed è un mezzo per portare all'esterno e rendere manifesto il film e il mito che il soggetto sta mettendo in atto nella sua vita svelando l'immagine che lo sta originando.
Al termine del processo di riconoscimento e di integrazione le varie forze presenti nel campo saranno armonizzate e quell'immagine verrà riassorbita andando a sostituire quella vecchia.
Svelato il mito e reintegrate le varie immagini simboliche, nel proprio sistema familiare “interiore”, le persone possono realizzare consapevolmente e in modo autentico il proprio progetto di vita.
Principi su cui poggia la pratica.
L'essere umano, la teoria dei sistemi e il campo morfico
L'essere umano, la teoria dei sistemi e il campo morfico
Secondo la visione olistica orientale ogni individuo è un essere vivente che oltre alla struttura fisica, normalmente percepita, è composto dai recettori e scambiatori di energia sottile (chakra) dai circuiti energetici (i meridiani, i/le nadi, ecc...), attraverso i quali scorre l’energia vitale e da campi elettromagnetici (le aure, i corpi sottili e i campi morfogenetici) che compenetrano e circondano tutte le forme viventi. Ognuno di essi possiede una diversa densità caratterizzata da una specifica velocità vibratoria, i più conosciuti sono il corpo doppio o astrale, quello eterico che circonda e compenetra quello fisico e i “campi ricordi” che contengono e trasmettono informazioni sia sulla propria specie che sul proprio sistema familiare .
Il singolo individuo è un microcosmo che rispecchia il macrocosmo o gruppo di appartenenza, la famiglia e la società, che sono di fatto un sistema ossia, un complesso di elementi che interagiscono tra di loro.
La teoria sistemica nacque tra il 1940 e il 1950 da un gruppo di studiosi tra cui matematici, fisici ed ingegneri. Per "sistema" si intende una unità intera e unica che consiste di parti in relazione tra loro, tale che l'intero risulti diverso dalla semplice somma delle parti e qualsiasi cambiamento in una di queste parti influenzi la globalità del sistema stesso.
La teoria sistemica si occupa di studiare e comprendere le regole strutturali e funzionali che compongono e regolano ogni sistema.
Norbert Wiener trovò che il sistema, che è una banca dati di informazioni delle attività passate, usa la comunicazione tra le varie parti per funzionare, autoregolarsi e sopravvivere inoltre, l’informazione riguardante i risultati delle attività passate vanno ad influenzare il futuro. Questo processo si chiama di retroazione autocorrettiva e lo stesso Wiener denominò l’investigazione scientifica dei fenomeni autocorrettivi CIBERNETICA (dal greco Kybernetes timoniere, pilota), che comprende quindi lo studio di autoregolazione, auto-riproduzione, adattamento, elaborazione ed immagazzinamento dell’informazione.
Gregory Bateson venne a contatto con il pensiero cibernetico e pensò immediatamente che potesse essere applicato per descrivere le interazioni umane. Essendo un antropologo, desiderava riuscire a spiegare che sia l’uniformità che la variabilità dei comportamenti umani nelle diverse culture sono governati da regole ben precise.
Rupert Sheldrake
L'idea è che ogni specie di esseri viventi possegga una " memoria collettiva" a cui ogni componente della specie contribuisca ad accrescere attraverso le esperienze della propria esistenza quale costante sviluppo della specie. Ogni membro di ogni specie, attingerebbe quindi a questa " memoria collettiva della specie " sintonizzandosi " con i membri passati della specie con una sorta di "risonanza" fra gli individui e i gruppi della specie (per esempio i sottogruppi, razze, etnie, gens, famiglie, ecc., nel caso umano).
Sheldrake avanza l'ipotesi che i "campi ricordi" non siano effettivamente memorizzati nel cervello, ma piuttosto che vengano memorizzati in una sorta di " campo di informazioni della specie " che ne determina le caratteristiche " morfologiche " da qui il termine campo morfico ,simile alla " nuvola " del claud computing, a cui si accederebbe mediante il cervello. Se questo fosse dimostrato, verrebbe confermata la tesi che la coscienza umana, i nostri ricordi personali e il nostro senso dell'io, sopravvivono alla nostra morte biologica.
molto interesante
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